Microchip: come i costruttori cercano vie per crisi dei semiconduttori

Il 30-Novembre-2021

“Il fatto che le Case dell’auto non si siano adoperate per tempo per riuscire a produrre autonomamente queste componenti, è un evidente problema. E adesso tutti se ne accorgono, anche Paesi come Italia, Francia, Germania e Stati Uniti d’America, che con le auto ci sanno fare. Proprio oggi che di microchip le auto hanno strettamente bisogno e in elevato numero, la loro carenza è un serio problema. Sono i semiconduttori di provenienza asiatica a mancare, perché si tratta di piccole componenti che provengono da Cina, Taiwan e Corea.”

“Perché senza semiconduttori elettrici non si può finire una auto. E dal canto loro le aziende, non riescono a rispondere agli ordini, con notevoli ritardi nelle consegne delle auto. Un serio problema questo. E non si risolverà presto visto che si parla di una carenza di semiconduttori che proseguirà ancora nel 2022.”

“E se alla fine si decidesse di modificare le auto? Ridurre il numero di microchip nelle auto. Sarebbe questa una delle piste battute dalle grandi Case costruttrici di auto nel Mondo. Ma come si arriva a questo? La soluzione sarebbe una rivisitazione delle auto, modifiche strutturali a partire da un cambiamento sostanziale delle centraline. Non certo un indirizzo facile da perseguire e alquanto dispendioso. Forse meglio modificare le centraline di oggi aprendole alla possibilità di montare altri tipi di chip che non siano sempre questi di provenienza asiatica. Anche in questo caso è la Volkswagen, o meglio, la sua divisione furgoni e camion (Traton), ad averci già provato. Ma Tesla su questo è già avanti, così come gli americani di General Motors stanno sperimentando nuovi microchip alternativi ai classici, capaci addirittura di assorbire in un colpo solo le funzioni di più semiconduttori classici.”

“Nel frattempo tutte le Case costruttrici stanno riempiendo i magazzini con auto praticamente finite, con l’unica eccezione delle centraline. Auto pronte per essere terminate volta per volta come arrivano i semiconduttori. Un modo per non chiudere del tutto gli stabilimenti, con tutte le potenziali ricadute in termini di occupazione. Un modo per continuare a produrre auto, sperando in una ripresa che però, stando alle ultime notizie, non si presenterà se non dopo la metà del 2022.”

Fonte: clubalfa.it

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