La crisi dei semiconduttori, tra Covid e guerra

Il 14-Marzo-2022

“La pandemia non è l’unico problema destinato ad aggravare la crisi dei semiconduttori. C’è anche la guerra. L’Ucraina è tra i maggiori produttori di neon, sostanza essenziale per la produzione di semiconduttori. Secondo Reuters, tra il 45 e il 54 per cento dell’approvvigionamento mondiale di neon viene da due compagnie ucraine, Ingas e Cryoin. Queste compagnie hanno chiuso, stando a Reuters, appena i russi hanno iniziato ad attaccare l’Ucraina. Prima dell’invasione, Ingas produceva tra i 15 mila e i 20 mila metri cubi di neon al mese per clienti in Taiwan, Corea, Cina, Stati Uniti e Germania, e il 75 per cento di questi servivano per l’industria dei semiconduttori. La società ha il suo quartier generale a Mariupol, che è stata colpita dai bombardamenti delle forze russe. Cryoin produceva invece tra i 10 mila e i 15mila  metri cubi di neon al mese ed è situata in Odessa. Ha fermato i lavori il 24 febbraio scorso quando l’invasione è iniziata. La crisi dei semiconduttori è insomma destinata a non risolversi facilmente.”

“Secondo il Fondo monetario internazionale, “nell’Eurozona la chiusura delle fabbriche e la carenza di componenti industriali come i chip elettronici – essenziali per molti settori dell’economia – potrebbero continuare anche il prossimo anno”, hanno scritto il direttore dell’Fmi Kristalina Georgieva, il direttore del dipartimento Europa Alfred Kammer e il vice Oya Celasun. La scarsità di chip è costata il 2 per cento del Pil nel 2021 alla zona euro: “L’equivalente di circa un anno di crescita in tempi normali, prima della pandemia, per molte economie europee” ha detto Georgieva. ”

Fonte: publicpolicy.it

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