CHIPS ACT

 

L’European Chips Act (Regolamento 1781/2023), in vigore da settembre 2023, istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo dei semiconduttori, supportando al contempo le transizioni digitale e verde. Per raggiungere questo obiettivo, contribuirà a consolidare la leadership tecnologica europea nel comparto.

La necessità di un intervento dell’Unione Europea

I chip rappresentano una risorsa strategica per le principali filiere industriali. Con la trasformazione digitale, sono emersi nuovi mercati per l’industria dei semiconduttori, tra cui veicoli altamente automatizzati, cloud computing, Internet of Things, connettività, spazio, difesa e supercalcolo.

La carenza globale di semiconduttori, innestata dalla recente pandemia, ha causato la chiusura di impianti in diversi settori, dalle automobili ai dispositivi medici, evidenziando la forte dipendenza della catena del valore dei chip da un numero ristretto di attori in un contesto geopolitico complesso.

L’indagine sui semiconduttori avviata della Commissione europea ha rilevato che l’industria prevede un raddoppio della domanda entro il 2030, segno della crescente rilevanza dei chip per l’economia e la società europee. Tuttavia, soddisfare questa domanda rappresenta una sfida.

Nel discorso sullo stato dell’Unione del 2021, il Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha delineato la strategia europea per i semiconduttori, puntando alla creazione di un ecosistema avanzato che integri produzione, ricerca, progettazione e sperimentazione. Già nel discorso del 2022, ha annunciato l’arrivo in Europa dei primi grandi impianti per la produzione di chip.

Rafforzare la leadership tecnologica dell’Europa

Grazie a questo regolamento, l’UE intende affrontare le carenze di semiconduttori e a consolidare la propria posizione di leader tecnologico. Vengono mobilitati oltre 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati, accompagnati da misure per prevenire e gestire eventuali interruzioni della catena di approvvigionamento, in collaborazione con gli Stati membri e i partner internazionali.

I tre pilasti del Chips Act:

Obiettivi:

Potenziare la leadership europea nella ricerca e nello sviluppo tecnologico per la realizzazione di chip sempre più piccoli e veloci
Creare un quadro strategico per aumentare la capacità produttiva, con l’obiettivo di raggiungere il 20% del mercato globale entro il 2030
Rafforzare le competenze nell’innovazione, dalla progettazione alla produzione fino al packaging di chip avanzati
Acquisire una conoscenza approfondita delle catene di approvvigionamento globali dei semiconduttori
Contrastare la carenza di competenze, attrarre nuovi talenti e promuovere la formazione di una forza lavoro altamente qualificata

Investimenti a sostegno del Chips Act

Il Regolamento sui chip stimolerà ulteriori investimenti pubblici e privati per oltre 15 miliardi di euro, integrando:

Complessivamente, fino al 2030 saranno mobilitati oltre 43 miliardi di euro di investimenti strategici per sostenere la normativa sui chip, affiancati da significativi investimenti privati a lungo termine.

Il Regolamento sui chip propone:

  • investimenti nelle tecnologie di nuova generazione;
  • accesso a strumenti di progettazione e linee pilota in tutta Europa per la prototipazione, il testing e la sperimentazione di semiconduttori all’avanguardia;
  • procedure di certificazione per garantire semiconduttori efficienti dal punto di vista energetico e affidabili per applicazioni critiche;
  • un quadro normativo favorevole agli investimenti per incentivare la creazione di impianti di produzione in Europa;
  • supporto alle start-up innovative, alle scale-up e alle PMI per l’accesso al capitale di rischio;
  • promozione delle competenze, dello sviluppo dei talenti e dell’innovazione nel settore della microelettronica;
  • strumenti per anticipare e affrontare eventuali crisi nella fornitura di semiconduttori, garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento;
  • creazione di partenariati internazionali nel settore dei semiconduttori con paesi che condividono gli stessi principi.

Verso il Chips Act 2.0