Chip e altre dipendenze strategiche dell’Ue: come possiamo affrancarci

Il 31-Marzo-2022

“Motivi di carattere congiunturale e geopolitico hanno reso l’Europa dipendente da paesi terzi per la fornitura di materie prime e tecnologie indispensabili come i chip. Una dipendenza che ci rende vulnerabili.”

“L’intero ciclo produttivo dei chip è così complesso che prevede circa 1.000 step attraverso i confini internazionali. Ciò rende la filiera vulnerabile agli shock e alle interruzioni esterne: per avere un’idea della dipendenza dell’Europa basta guardare al fatto che il 92% della capacità di produzione globale è basata a Taiwan, mentre solo 4 delle 35 principali aziende di semiconduttori del mondo si trovano in Europa.”

“Azioni per lo sviluppo della filiera dei semiconduttori trovano spazio anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. La missione 1 del Piano “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, alla componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo”, prevede lo stanziamento di 750 milioni di euro di contributi a sostegno di progetti industriali ad alto contenuto tecnologico, tra i quali ricade la produzione di semiconduttori.”

“Inoltre, il recente decreto Energia, largamente dedicato al contenimento dell’aumento dei prezzi dell’energia, non fa mancare risorse per il supporto a settori industriali che stanno vivendo una grande fase di trasformazione e che sono altresì strettamente connessi, come appunto l’automotive e la produzione di microprocessori.”

“Un ulteriore fondo viene istituito, invece, per promuovere la ricerca e lo sviluppo della tecnologia dei microprocessori, la riconversione dei siti industriali esistenti e l’insediamento di nuovi stabilimenti sul territorio nazionale. Si tratta, quindi, di canali di finanziamento molto utili per l’avvio di gigafactory, fabbriche di processori e altra componentistica necessaria per il percorso di transizione energetica.”

Fonte: agendadigitale.eu

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