Autonomia tech (dalla Cina). Il piano di Biden per i microchip

Il 06-Aprile-2021

“L’annuncio del PresidenteJoe Biden durante il discorso di Pittsburgh mercoledì scorso dell’American Jobs Plan da circa 3 trilioni di dollari, volto a ricostruire l’intera nervatura infrastrutturale americana, ha certamente segnato un punto di svolta. Tante le indicazioni fornite sulle future voci di spesa, tra cui salute, lavoro, istruzione, imprese, produzione e soprattutto tecnologia.”

“Seppur ancora poco dettagliata, la proposta di Biden per l’industria dei semiconduttori prevede: lo stanziamento di 50 miliardi di fondi, tra incentivi e finanziamenti, per rafforzare la produzione domestica; la creazione di un National Semiconductor Technology Center come hub per l’innovazione intersettoriale (laboratori universitari, imprese e agenzie federali); rilanciare la spesa federale in R&D, in fase declinante come percentuale rispetto al prodotto interno lordo, per competere ad armi pari rispetto agli investimenti della Cina, soprattutto nel settore dei chip.”

“Alcune di queste proposte, che erano già state in parte raccolte nel CHIPS for America Act approvato al Congresso a febbraio di quest’anno e incluso nel National Defense Authorization Act, anche se non prevedeva investimenti pubblici, vedono coagulare differenti interessi: da quelli bipartisan di Capitol Hill – con democratici e repubblicani uniti dalla sfida alla leadership tecnologica statunitense posta da Pechino – fino al Pentagono che vede la dipendenza dalle forniture estere di componenti così critiche una minaccia alla sicurezza nazionale.”

“Non solo: anche il recente rapporto della National Security Commission on Artificial Intelligence rilevava come mantenere una leadership tecnologica nei chip logici all’avanguardia rappresenti un elemento cruciale per l’AI e il quantum computing, oltre alle misure necessarie per mitigare le vulnerabilità lungo la supply chain.”

Fonte: formiche.net

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