Automotive – Crisi dei chip: come nasce e le possibili soluzioni per Usa e Ue

Il 12-Marzo-2021

Sia gli Stati Uniti che l'Unione Europea hanno iniziato a valutare iniziative che vadano quantomeno a ridurre l'impatto della carenza di microprocessori su un'ampia varietà di comparti industriali, a partire dall'automotive, oggi alle prese con sempre più frequenti serrate a causa dei ritardi nelle consegne di componenti fondamentali per le attività di assemblaggio.

Gli effetti della pandemia

“Con l’arrivo della pandemia la dipendenza del settore dall’outsourcing produttivo si è trasformata da esempio virtuoso della globalizzazione a un enorme problema da risolvere al più presto per non mettere a rischio qualsiasi tentativo di ripresa economica. Del resto, le misure di lockdown hanno determinato picchi imprevisti di domanda per prodotti elettronici di consumo come laptop e tablet e allo stesso tempo prodotto conseguenze sulla produzione di semiconduttori: le aziende hanno risposto al rallentamento degli ordini di alcuni settori, come l’auto, dedicando una crescente quota di capacità produttiva a comparti in pieno fermento e successivamente non sono riuscite ad adeguare le loro attività al ritorno della domanda. Il quadro è stato esacerbato da ulteriori problemi, in particolare nel campo della logistica: mancano, per esempio, container per il trasporto di merci e, soprattutto, mancano navi. I grandi spedizionieri globali fanno partire le loro imbarcazioni solo quando sono sicuri di trasportare quasi pieno carico lungo tutte le rotte: in sostanza, una nave non parte da un porto senza merci. Il problema attuale è che, per ora, solo le aziende cinesi stanno producendo abbastanza da riuscire a riempire una nave, ma le imbarcazioni si trovano, magari, parcheggiate in un porto europeo senza aver nulla da trasportare. Dunque, l’offerta si è fortemente ridotta, anche per la cancellazione degli ordini per nuovi scafi, determinando un ulteriore criticità: l’aumento senza precedenti dei noli marittimi. Tutto ciò spiega i ritardi o la totale carenza di forniture di semiconduttori che ha spinto buona parte del comparto automobilistico a tagliare produzioni e attività.”

Manca anche l’acciaio

“Purtroppo la questione dei semiconduttori sembra solo la punta di un iceberg. Pochi giorni fa, l’Anfia, l’associazione italiana della filiera automobilistica, ha lanciato un allarme sulla carenza anche di acciaio e materie plastiche e sul relativo rincaro per alcune categorie di prodotto come i laminati o il polipropilene. “Sia per l’acciaio, che per le materie prime plastiche, pur trovandoci di fronte ad un fenomeno che lo squilibrio tra domanda e offerta lasciava presagire già a fine 2020, a preoccupare sono le proporzioni acquisite nelle ultime settimane, durante le quali la scarsa disponibilità dei materiali in questione sta facendo pericolosamente allungare le tempistiche di consegna, in alcuni casi addirittura triplicate, minacciando la capacità delle aziende di soddisfare la domanda finale dei clienti. Con conseguenti ritardi e rischiando di causare rilevanti perdite economiche”, scrive l’Anfia, sottolineando, per esempio, l’aumento dei prezzi dell’acciaio, tra giugno 2020 e gennaio 2021, di oltre 300 euro a tonnellata, che si sono verificati per colpa anche dei ritardi produttivi delle acciaierie causati dalla crisi.”

Fonte: Quattroruote.it

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