La carenza di microchip non si risolverà a breve: serve un piano B

Il 30-Giugno-2021

“Al giorno d’oggi un microchip si trova praticamente ovunque, dai televisori ai computer, dagli smartphone alle automobili ai sistemi produttivi e IoT. E, come è noto, da qualche mese a livello planetario è esplosa la crisi dei chip, dato che per una serie di ragioni concomitanti – dal boom della domanda di elettronica consumer come conseguenza della pandemia alla scarsità dei produttori di questi componenti di silicio, ma anche incendi e imprevisti che hanno bloccato alcune fabbriche e produzioni –, questi componenti fondamentali di ogni dispositivo sono diventati improvvisamente scarsi.”

“Cosa e come fare?”

“Innanzitutto meglio non farsi troppe illusioni: produrre microchip è complesso e costa moltissimo, per cui non è affatto facile aumentarne i siti e stabilimenti produttivi, come in molti penserebbero di fare. Per questioni di tempi e costi di produzione, molto difficilmente la situazione cambierà a breve in modo sostanziale. Non ci sono bacchette magiche nel mondo del silicio.”

“Quindi bisogna fare di necessità virtù, bisogna considerare bene che questa carenza mondiale di microchip non è solo una crisi congiunturale ma qualcosa di più strutturale e continuativo nel tempo. Per correre ai ripari, occorre riconsiderare e rafforzare l’ingegneria dei materiali e dei componenti (elettronici), ottimizzarne l’uso e le scelte di utilizzo, aggiornare e ottimizzare anche la supply chain delle tecnologie e dell’elettronica. Insomma, se non si possono creare dal nulla ‘campi’ di silicio e microchip, si può e si deve riconsiderare tutto ciò che riguarda il loro utilizzo, progettazione, recupero, risparmio.”

Fonte: Innovation Post

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